sabato 11 marzo 2017

La tragedia di Re Lear

Re Lear è una tragedia di violenza, odio e tradimenti che narra di un uomo, Re Lear il quale nel momento di dividere l’eredità, chiede a ciascuna delle tre figlie di esprimere quantitativamente l’amore per lui. Le figlie più grandi, Gonerilla e Regana, commuovono il poco perspicace animo paterno con frasi iperboliche ed esagerazioni di ogni sorta, mentre Cordelia, la figlia più piccola, si limiterà ad affermare che il suo amore per il padre è grande tanto quanto lo è normalmente quello di una figlia nei confronti del genitore. Questa affermazione riscuote l’ira del vecchio Lear che decide di diseredare Cordelia e dividere il suo regno tra Gonerilla e Regana.
Ma Lear che avrebbe voluto abdicare per trovare la pace e la serenità nell’ ultima sua parte di vita, si ritrova ad affrontare le disastrose conseguenze della scelta fatta che sarà causa di dolore per coloro i quali lo amano e di follia per se stesso, dopo essersi reso conto di aver confuso l’amore con le parole.
Così, in un mondo dove regnano i peggiori sentimenti e l’animo umano è sviscerato in tutte le sue nefandezze si assiste alla shockante e violenta immagine di una famiglia che si disintegra e Lear, trattato dalle figlie da lui prescelte come un vecchio stolto, si ritrova disperato nella brughiera nel pieno di una tempesta:
“Erutta dallo stomaco! Sputa, fuoco! Scroscia, pioggia!
Ne’ la pioggia, ne’ il tuono, ne’ il fuoco sono le mie figlie:
non accuso di ingratitudine voi, voi elementi della natura
a voi non ho dato mai un regno, non vi ho chiamato figli,
voi non mi dovete alcuna obbedienza: allora, lasciate cadere
il vostro orribile piacere; io sto qui, vostro schiavo,
povero, infermo, debole vecchio disprezzato.
Eppure io vi chiamo ministri servili,
perché vi siete uniti a due figlie perfide
per scatenare le vostre guerre contro una testa
vecchia e bianca come questa. Oh! Oh! E’ disgustoso.”
La tragedia -che si risolve con la straziante morte di Cordelia tra le braccia del padre e poi dello stesso Lear- risulta talmente shockante che dopo la morte di Shakespeare venne riscritta con un finale positivo per riaffiorare nella sua forma originaria solo nel XIX secolo.
La forza di “Ra Lear” sta nel modo in cui una miriade di temi tra cui la sofferenza, l’ amore in senso universale, la follia, la crudeltà, la violenza e la colpa vengono trattati. Ma anche per le frasi lapidarie che sono la preziosa prerogativa delle opere di Shakespeare, come quella dove Cordelia, non volendo far mostra di ciò che vi è di più intimo dice a se stessa:
“Ama e fai silenzio” (2).
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(1) “Rumble thy bellyful! Spit, fire! spout, rain! /Nor rain, wind, thunder, fire, are my daughters:/ I tax not you, you elements, with unkindness;/I never gave you kingdom, call’d you children,/ You owe me no subscription: then, let fall /Your horrible pleasure; here I stand, your slave, /A poor, infirm, weak, and despis’d old man./ But yet I call you servile ministers, /That have with two pernicious daughters join’d / Your high-engender’d battles ’gainst a head /So old and white as this. O! O! ’tis foul.”, Atto III , Sc. II.
(2) “Love and Be Silent” ,Atto I, Sc. I , (traduzione di Corinzia Monforte).

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