sabato 11 marzo 2017

La grandezza di Shakespeare


Spesso la grandezza di un artista è riconoscibile solo attraverso la contemplazione della bellezza delle sue opere. Ma non nel caso di William Shakespeare il cui genio universale riesce anche a superare questo limite e ad essere giustificabile oltre il fascino della sua poesia
Shakespeare infatti può ben dirsi il più completo ed eclettico poeta di tutti i tempi.
Il periodo in cui scrisse, il culmine del Rinascimento inglese, lo vide comporre una gamma di opere talmente varia da non poter essere paragonata a quella di nessuno scrittore di teatro prima o dopo di lui.
Commedie di stampo plautino, o tragedie senechiane, oppure opere che attingevano a fonti dell’attualità di allora, o alla storia inglese come i drammi storici (’”EnricoVI”, “Riccardo III”, “Re Giovanni”, “Riccardo II”, ”Enrico IV”, “Enrico V” ed “Enrico VIII”), e perfino tragedie risalenti alla storia romana come “Giulio Cesare” si aggiungono ai drammi e alle commedie più famose difficilmente etichettabili ad un tema principale.
In questo immenso repertorio Shakespeare, uomo di teatro oltre che drammaturgo ed impresario-azionista del Globe Theatre, seppe destreggiarsi creando opere che piacessero a tutti: dalla gente del popolo che con pochi pence poteva permettersi di andare al teatro, all’intellettuale che vi si recava per arricchirsi lo spirito.
Shakespaeare sapeva coniugare le canzoni e le danze con gli intrecci della trama, la battuta spinta e i doppi sensi con la riflessione filosofica, il gusto per le scene violente con la delicatezza romantica dei dialoghi d’amore.
E soprattutto ebbe anche il merito di essere un anticipatore della modernità.
Tra i primi ad introdurre in letteratura i toni foschi e cupi che qualche secolo dopo saranno lanciati dallo Sturm un Drang, il bardo di Stratford fu il primo grande a far calare il buio e abbattere tempeste in un panorama letterario dove la luce e l’azzurro del cielo avevano da sempre fatto da sfondo ad ogni storia.
Shakespeare irrompe nella letteratura innescando elementi come il dubbio, la malinconia, la ricerca del senso della vita, tipici dell’esistenzialismo moderno, o il problema dell’amore e della relazione tra individui, l’umana sete di potere e di autoaffermazione, i motivi dell’odio e della vendetta.
Temi che lo staccano nettamente da tutti i letterati che lo precedono e lo seguono, ritagliandolo in un era che non appartiene a nessun secolo. Come avviene solo per i geni.

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