Insieme a valori come famiglia e matrimonio predicati come precetti del viver sociale “The Spectator” divulga i credo filosofici caratteristici dell’Illuminismo rendendo popolare quella cultura fino ad allora considerata patrimonio di una elìte, e rinnovando radicalmente l’abitudine alla lettura.
Secondo i diktat di Mr Spectator (personaggio fittizio che si fa portavoce dei contenuti del giornale) un buon inglese non sarebbe mai dovuto uscire la mattina senza aver letto qualcosa dello “Spectator” e avrebbe dovuto considerare questo giornale come parte dell’occorrente per il classico rito del tè delle cinque. Il buon inglese aveva il dovere morale di aggiornarsi, di istruirsi e di farsi delle opinioni e in questo “The Spectator” fu l’antesignano del moderno “opinionismo”.
Con i suoi argomenti di estetica, letteratura, lifestyle che insieme alle notizie, erano il nutrimento necessario del buon borghese del ‘700 , “The Spectator” riscosse un successo talmente ampio che si stimò fosse letto da ben il 10% dei Londinesi, percentuale altissima se si considera il tasso di analfabetismo del resto d’Europa.
Ma l’importanza dello Spectator non si limita però solo al valore storico. I saggi di Addison sono oggi considerati capolavori senza tempo per l’eleganza classica della forma e per certe idee libertarie squisitamente moderne.
Per non parlare poi dei numerosi aforismi che ci fanno osservare che la vita nella sua entità non appartiene a nessun secolo:
“ Le cose essenziali per essere felici in questa vita sono: qualcosa da fare, qualcosa da amare, e qualcosa in cui sperare” (1)(1) “The great essentials for happiness in this life are something to do, something to love and something to hope for.”
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