sabato 11 marzo 2017

La nascita del giornalismo moderno

Il ‘700 inglese vede la nascita del giornalismo nel senso moderno del termine. Nel 1711 dopo il successo del periodico “The Tatler”, Richard Steele e Joseph Addison fondano “The Specator”, un quotidiano il cui scopo era “animare la morale con l’umorismo, e temperare l’umorismo con la morale, […] portare la filosofia fuori dal chiuso di biblioteche, scuole e college, e farla risiedere nei club, nelle riunioni, intorno ai tavoli da tè, e nelle coffee house”.
Insieme a valori come famiglia e matrimonio predicati come precetti del viver sociale “The Spectator” divulga i credo filosofici caratteristici dell’Illuminismo rendendo popolare quella cultura fino ad allora considerata patrimonio di una elìte, e rinnovando radicalmente l’abitudine alla lettura.
Secondo i diktat di Mr Spectator (personaggio fittizio che si fa portavoce dei contenuti del giornale) un buon inglese non sarebbe mai dovuto uscire la mattina senza aver letto qualcosa dello “Spectator” e avrebbe dovuto considerare questo giornale come parte dell’occorrente per il classico rito del tè delle cinque. Il buon inglese aveva il dovere morale di aggiornarsi, di istruirsi e di farsi delle opinioni e in questo “The Spectator” fu l’antesignano del moderno “opinionismo”.
Con i suoi argomenti di estetica, letteratura, lifestyle che insieme alle notizie, erano il nutrimento necessario del buon borghese del ‘700 , “The Spectator” riscosse un successo talmente ampio che si stimò fosse letto da ben il 10% dei Londinesi, percentuale altissima se si considera il tasso di analfabetismo del resto d’Europa.
Ma l’importanza dello Spectator non si limita però solo al valore storico. I saggi di Addison sono oggi considerati capolavori senza tempo per l’eleganza classica della forma e per certe idee libertarie squisitamente moderne.
Per non parlare poi dei numerosi aforismi che ci fanno osservare che la vita nella sua entità non appartiene a nessun secolo:
“ Le cose essenziali per essere felici in questa vita sono: qualcosa da fare, qualcosa da amare, e qualcosa in cui sperare” (1)
(1) “The great essentials for happiness in this life are something to do, something to love and something to hope for.”

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