sabato 11 marzo 2017

I "Pensieri Notturni" di Edward Young

Night Thoughts”, il poema elegiaco edificante scritto da Edward Young, fa parte della cosiddetta poesia sepolcrale inglese che tanta influenza ebbe in Europa e soprattutto in Italia per via del Foscolo.
L’opera il cui sottotitolo, “Meditazioni sulle vicende della vita, sulla morte e sull’immortalità” ne esplicita già i contenuti in ben 10.000 versi, col tono del sermone racconta di varie disgrazie private dando l’avvio a quella tendenza all’autobiografismo che sarà tipica dei Romantici.
Intenzione del poeta era riflettere sulle esperienze ed il destino dell’uomo attraverso il tema religioso secondo un tipo di soggettivismo che si farà pioniere del sentimentalismo romantico.
Ma la sensibilità di Edward Young è ancora un po’ distante da quella dei Romantici.
I “Pensieri Notturni” di Young sono bui, tetri, lugubri, ripiegati sulla morte presenza costante dei versi:
“La vita è deserto, la vita è solitudine, la morte ci unisce alla grande maggioranza”.
La morte é compagna di vita e nella sua negatività diventa sempre elemento positivo in quanto non solo unisce ma rende perfino migliori:

Gli uomini possono vivere da scemi, ma da scemi non possono morire”.
Ed è ricorrente, ossessiva e costantemente associata ad un’ immagine delle tenebre che le dà un aura quasi satanica tra sacro e horror. Il Cristianesimo di Young allora si offusca, si incupisce, e le frasi proverbiali finiscono col rimbombare in un’atmosfera in cui risiede un’immagine negativa di Dio:
“Un Dio tutto misericordia è un Dio ingiusto”
Edward Young rischia così di apparire un Marylin Menson del suo tempo travestito da predicatore.
Eppure un giudizio del genere prescinde da ogni conoscenza biografica dell’autore che nella sua vita dovette attraversare in un tempo relativamente breve diversi e gravi lutti –dalla morte della figliastra a quella del genero e della moglie- che lo hanno sicuramente portato a cercare di trovare un senso alle vicissitudini reali.
Ecco spiegato dunque questo fosco perenne presentimento della morte, la persistente visione del nero, la triste consapevolezza che qualunque cosa terrena non vale niente.
(1) “Life is the desert, life the solitude, death joins us to the great majority”.
(2) “Men may live fools, but fools they cannot die”.
(3) “A God all mercy is a God unjust”.

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