Jimmy
Porter, protagonista di Look Back in
Anger[1], nonché riflesso autobiografico di John
Osborne, è un giovane colto di origine operaia che aveva sognato una vita
diversa da quella che la società finisce con l’offrirgli.
Porter
vive con la moglie Alison in un monolocale
squallido e sporco tra un lavabo,
un asse da stiro, ed orribili mobili
desueti che alimentano la rabbia e il sentimento per tutto ciò che lo circonda,
compresa la moglie, la cui estrazione sociale è quella borghesia che Jimmy
detesta.
Jimmy
è alto e magro, impaziente, orgoglioso,
diretto e impetuoso e verbalmente
violento. Ha la rabbia di chi ha subito l’ingiustizia sociale, di chi lottando
non ha visto riconosciuti i propri
meriti e pur avendo studiato e dal basso sognato di condurre un certo tipo di
vita si sente emarginato.
Ma
Jimmy è uno snob che offende perché offeso dalla volgarità, dai luoghi comuni e
dalle ipocrisie di una società in decadenza. Un personaggio apparentemente contraddittorio,
ma quanto mai realistico. Del paradosso ha l’immagine con cui la moglie Alison
lo aveva idealizzato, della realtà ha l’immediatezza che si rispecchia nelle
frasi gergali con cui si esprime.
Ma
Look Back in Anger non racconta di liti:
perché il protagonista è tollerato con
rassegnazione, silenzio o ironia da chi lo conosce ed oramai nemmeno lo ascolta
più.
Come
un bambino suscita tenerezza ed ha bisogno di amore, crede nei sogni ma si deve
scontrare con la realtà. Portavoce degli Angry
Young Men, i Giovani Arrabbiati
degli anni ’50, Jimmy Porter rappresenta
il gap di una generazione che
vedendo venire a mancare gli antichi valori, le illusioni della
gioventù guarda al passato col dolore
per la scomparsa delle ultime cose buone rimaste.
(1)
In Italiano conosciuto col titolo “Ricorda con rabbia”
Riferimenti bibliografici
K. Allsop , The Angry Decade: A Survey of the
Cultural Revolt of the Nineteen-Fifties, Owen Ltd, London, 1969
J. Osborne, Look Back in Anger, Faber&Faber, London
,1957
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