sabato 11 marzo 2017

Il Pigmalione di George Bernard Shaw

Nella mitologia greca Pigmalione era l’artista che avendo creato una statua talmente bella da innamorarsene aveva avuto concesso da Afrodite che la sua creazione diventasse un essere vivente sì da sposarla ed essere felice con lei.
“Pygmalion” (1912) una delle più importanti commedie di George Bernard Shaw racconta la storia del ricco ed eccentrico professor Higgins che si propone di trasformare la povera ed ignorante Eliza in una donna raffinata attraverso l’insegnamento della lingua e delle buone maniere.
Ma Eliza non è la Cenerentola della favola, ne’ Higgins è il principe azzurro. Shaw in questa sua commedia a tesi – tipo di genere da lui lanciato che si proponeva di risvegliare la coscienza sociale - intende proprio criticare il mito di Cenerentola o di altri parvenue resuscitati ad altra vita.
Eliza vivrà e studierà nella casa di Higgins dove oltre alle buone maniere imparerà la dizione, la grammatica e la sintassi, ma la sua metamorfosi le comporterà un totale cambiamento del suo modo di essere. Il professore non ha la minima stima di Eliza, la tratta quasi come un animaletto; o per lo meno Higgins ci appare come un colone, un Robinson Crusoe, che insegna la sua lingua al suo schiavo indigeno.
Al di là della prospettiva comica, che fa ridere il pubblico per la pronuncia e il modo di parlare della povera fioraia, c’è una feroce critica al classismo britannico che distingue le posizioni sociali anche e soprattutto attraverso l’inflessione linguistica. E c’è ancor di più il problema della manipolazione degli individui da parte delle classi superiori nei confronti di chi é ignorante. Niente di più attuale in una società dove un moderno Pigmalione può fare del popolo la sua Galatea.

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