martedì 14 marzo 2017

La follia di Thomas Nashe


 

Jack Wilton, protagonista del  Viaggiatore Sfortunato”, nonché io poetico ed alter ego di Thomas Nashe,  è l’esempio perfetto dell’ antieroe, la versione capovolta  del cavalier cortese di memoria medievale, il contrario del saggio uomo del Rinascimento così  come appare nell’immaginario collettivo. E’ un ladro, un bugiardo, un furfante che indossa la maschera della follia per permettere al suo autore di dire quello che gli pare sul mondo e sulla società contemporanea.

Nashe si fa burla della vita  e di tutto quello che della vita non approva, e si fa pazzo attraverso il suo Jack, personaggio creato attingendo ai racconti osceni di Rabelais, di Chaucer, alla commedia dell’Arte e al  rude umorismo dei Fablieaux .

Nel “Viaggiatore Sfortunato” il  mondo è capovolto, la moralità è un’altra e ben diversa da quella corrente e tutto si fa comico, paradossale, ma tremendamente vero.

Lo scemo-saggio,  buffone di corte nonché  bocca della verità che per scherzare dice il vero,  attraverso   una    visione lucida e forte,  ci racconta dell’ipocrisia della società, della malvagità degli esseri umani  e della stupidità corrente da cui pochi sembrano salvarsi.

Gesta oscene e maliziose  vengono raccontate allegramente in uno strano miscuglio dove serio e faceto sono intercalati da sobri sermoni contro il malcostume, i limiti intellettuali e culturali del tempo,  gli eccessi della Chiesa.

Sembrano quasi stonare il tono didattico e quello burlesco; e stridente e  paradossale appare la satira contro la poesia rinascimentale di cui l’autore era pure esponente. Denigrando  l’immagine di Surray,  Jack Wilton  si fa  beffa della vuota retorica dei versi del suo tempo.

E la  folle figura di Jack Wilton é la libertà espressiva di Thomas Nashe.     

 

 

AA.VV. An Anthology of Elisabethan Prose Fiction. Oxford, OUP, 1987.

J.Hollander, F.Kermode, The Literature of Renaissance England, USA, OUP,  1973.

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