Jack Wilton, protagonista del “Viaggiatore
Sfortunato”, nonché io poetico ed alter
ego di Thomas Nashe, è l’esempio
perfetto dell’ antieroe, la versione capovolta
del cavalier cortese di memoria medievale, il contrario del saggio uomo
del Rinascimento così come appare
nell’immaginario collettivo. E’ un ladro, un bugiardo, un furfante che indossa
la maschera della follia per permettere al suo autore di dire quello che gli
pare sul mondo e sulla società contemporanea.
Nashe si fa burla della vita
e di tutto quello che della vita non approva, e si fa pazzo attraverso
il suo Jack, personaggio creato attingendo ai racconti osceni di Rabelais, di
Chaucer, alla commedia dell’Arte e al
rude umorismo dei Fablieaux .
Nel “Viaggiatore
Sfortunato” il mondo è capovolto, la
moralità è un’altra e ben diversa da quella corrente e tutto si fa comico,
paradossale, ma tremendamente vero.
Lo scemo-saggio,
buffone di corte nonché bocca
della verità che per scherzare dice il vero,
attraverso una visione lucida e forte, ci racconta dell’ipocrisia della società,
della malvagità degli esseri umani e
della stupidità corrente da cui pochi sembrano salvarsi.
Gesta oscene e maliziose
vengono raccontate allegramente in uno strano miscuglio dove serio e
faceto sono intercalati da sobri sermoni contro il malcostume, i limiti
intellettuali e culturali del tempo, gli
eccessi della Chiesa.
Sembrano quasi stonare il tono didattico e quello burlesco;
e stridente e paradossale appare la
satira contro la poesia rinascimentale di cui l’autore era pure esponente.
Denigrando l’immagine di Surray, Jack Wilton
si fa beffa della vuota retorica
dei versi del suo tempo.
E la folle figura di
Jack Wilton é la libertà espressiva di Thomas Nashe.
AA.VV. An
Anthology of Elisabethan Prose Fiction. Oxford, OUP, 1987.
J.Hollander,
F.Kermode, The Literature of Renaissance England , USA , OUP, 1973.
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